LE CLASSI 4^ E 5^ DELLA SCUOLA PRIMARIA DI MELLO HANNO ADERITO AL PROGETTO “UN TAPPO PER AMICO” REALIZZANDO UNA STORIA E LA DECORAZIONE DEL TAPPOMETRO COME DI SEGUITO SPIEGATO.
classe 4^
Questa storia è il risultato del lavoro collettivo degli alunni di classe 4^; si è scelto di produrre un testo narrativo fantastico perchè in questo periodo si sta analizzando questa tipologia testuale. La prima parte della storia è stata stesa insieme, successivamente ognuno ha sviluppato la vicenda; infine, con un lavoro di collage si sono integrate le varie idee. Come momento conclusivo, i ragazzi hanno revisionato il testo sostituendo le ripetizioni con sinonimi, aggiungendo similitudini e metafore. Individuate le principali sequenze, in coppia, hanno realizzato i disegni, scannerizzati e modificati utilizzando il programma Paint. Infine, con tecniche idverse e materiali di recupero è stato decorato il tappometro.
ED ORA… BUONA LETTURA 🙂
“LA MUCCA MARGHERITA VA IN MISSIONE”
In un tempo lontano, che dirvi non so, c’era un paese ricco di colori e abbondanza, sorgeva in una splendida valle di nome Valtellina. In questa valle scorreva un lungo fiume chiamato Adda che la rendeva fertile, sulle sue rive vi potevano pascolare numerose mucche che producevano tanto latte nutriente.
Tutti gli abitanti di quella valle erano felici perché con il latte potevano produrre: formaggio, burro e vendendo questi prodotti guadagnavano molti soldi per vivere agiatamente. Un giorno, le persone del villaggio udirono un forte boato e videro arrivare, dalle cime delle montagne, un tornado che risucchiò tutto il latte e lo sparse su tutto il paese, trasformandolo in un triste villaggio tutto bianco: il cielo era fatto di panna, le montagne di neve e i prati sembravano un mare di zucchero filato.
Le mucche rivolevano i loro colori! Gli abitanti erano disperati perché i colori rendevano la vita più gioiosa e allegra. Le mucche, non avendo erba, non producevano più il latte e la gente stava diventando povera. Allora, Margherita, la mucca più anziana e saggia, decise di andare in cerca di una soluzione. Dopo aver camminato giorni e giorni, arrivò stanca e stremata in cima alla montagna dove c ‘erano solo rocce, rocce, infinite rocce. Disperata cercò un riparo e si addormentò perché era molto stanca e triste pensando che tutte le mucche stavano morendo di fame: non c’era più cibo, i contadini erano infelici perché non avevano più i colori per abbellire il paesaggio.
Durante la notte sognò e nel sognò si ritrovò in un deserto immenso dove faceva talmente caldo che anche la sabbia sudava. Lei stava cercando la fonte magica che avrebbe fatto ritornare i colori al suo paese. Ad un tratto vide venirle incontro un cammello che camminava lentamente -Ciao – esclamò la mucca – io mi chiamo Margherita e sono in cerca della fonte magica, mi puoi aiutare?
-Ciao, io sono Emilio il cammello… sì, certo, ti aiuterò molto volentieri! Per prima cosa dobbiamo cercare il Cactus dispettoso, lui sa dove si trova la fonte.
Emilio e Margherita si incamminarono e dopo vari giorni arrivarono in un’oasi dove primeggiava un grosso cactus, i due gli si avvicinarono e lui gli chiese una prova di coraggio: dovevano resistere alle sue spine pungenti per almeno dieci minuti. Il cammello e la mucca riuscirono a resistere per tutto il tempo stabilito e il cactus gli disse dove trovare ciò che cercavano. Finalmente trovarono la fonte, la mucca ringraziò Emilio e gli comunicò:- Ora dobbiamo separarci, spero di rincontrarti presto, io ho una missione da compiere riportare i colori nel mio paese! Margherita si avvicinò alla fonte e gli domandò come fare… nell’acqua limpida vide tanti bambini che alzavano le mani e acchiappavano i colori dell’arcobaleno, mostrando i loro palmi variopinti… era l’alba del tredicesimo giorno del mese. Un raggio di sole, che stava spuntando ad est, svegliò la nostra amica che, con rammarico, capì che era solo un sogno, però, però… forse aveva trovato la soluzione: farsi aiutare dai bambini il tredicesimo giorno del mese. Margherita tornò fiduciosa al paese e spiegò la sua idea. Il mese seguente, all’alba del tredicesimo giorno i bambini e la mucca erano pronti e… uno, e due e tre… balzarono in avanti e acchiapparono i colori.
In seguito pitturarono il paese con le impronte delle loro mani e il villaggio ridiventò colorato: i contadini e le mucche ballavano tutti insieme e tutti erano felici!
Da quel giorno ci fu pace, abbondanza, luce, colori e tanto amore e i bambini poterono ancora gustare il fresco latte valtellinese!
TAPPOMETRO
CLASSE 5^
Gli alunni di classe 5^ per svolgere il lavoro inerente il progetto “Un tappo per amico”, inizialmente hanno partecipato ad un’assemblea per stabilire le modalità ed il titolo del testo. Poi in gruppo hanno scritto la storia improntata sullo sviluppo dell’allevamento, della pastorizia e della lavorazione casearia del latte in Valtellina. L’intreccio delle fasi del racconto vogliono ricordare come nel tempo passato, la cultura contadina si basasse soprattutto sulla generosità, sul rispetto e l’accoglienza dei bisognosi. Tutti i bambini si sono impegnati ed hanno dimostrato entusiasmo sia nella rielaborazione del testo, sia nell’abbellire il tappometro con varie tecniche espressive.
“IN VALTELLINA… LATTE PER TUTTI”
In un pascolo della Valtellina una mandria di mucche stava pascolando nell’erba fresca. Un turista giunto per osservare il posto notò un secchio di latte appena munto e desiderava assaggiarlo, ma in quel momento il mungitore era al lavoro e così decise di tornare il giorno seguente per chiedere una tazza di latte. L’indomani di buon ora l’uomo vide il lavoratore distribuire il fieno ai bovini, alle pecore, alle capre e il mais alle galline. Il passante andò da lui e gli chiese un po’ di latte da bere. Il pastore, che era gentile e generoso, gli diede una grossa bottiglia di latte fresco della Valtellina. In quel momento, vedendo che lo sconosciuto gustava il latte, gli venne l’idea di fare un’opera buona e di distribuire il latte a tutti gli animali e alle persone bisognose. Da quel giorno, quando i fattori erano intenti a dare cibo ai loro animali, a mungere le mucche e a fare burro e formaggi di qualità, altri lavoratori ospitavano molte persone o animali affamati e accaldati da nutrire. Con il passare del tempo il latte non era più sufficiente per sfamare tutti gli esseri viventi che accorrevano alla fattoria. I contadini incoraggiavano le mucche, le sostenevano e gli davano il cibo adeguato; le povere bestie si sforzavano, ma non riuscivano a produrre il latte necessario per tutti. Un giorno, una bella mattina d’autunno, la mucca Rosalia partorì una stupenda vitellina bianca e marroncina. Il contadino la curò e la allevò meglio di sua madre, ogni giorno la portava al pascolo con le altre mucche e lei giocava allegra e si divertiva con le margherite fiorite e perciò il suo padrone la chiamò Margherita. Presto nacquero molti altri vitellini che crescendo producevano latte in abbondanza. Margherita e le sue amiche divennero le produttrici di latte più famose del luogo e la notizia si sparse in tutta la zona. Il loro latte era talmente dolce, saporito e gustoso che colpì tutte le persone del paese e dei villaggi vicini che ogni mattina si diressero verso il pascolo per assaggiare il cibo prelibato. Con la nascita continua di nuovi vitelli, con il passare del tempo, il latte era talmente abbondante che ogni giorno ne avanzava e i contadini iniziarono a chiedersi come utilizzarlo per non sciuparlo. La notte stessa la moglie del fattore fece un sogno che la illuminò:
sognò Margherita che le diceva cosa fare con il latte in esubero e come conservarlo nel tempo. Le suggerì di unire latte e frutta per formare lo yogurt, di confezionare mozzarelle e di utilizzare lo scarto del formaggio per creare la ricotta. Le consigliò anche di mettere il latte sul fuoco, di scaldarlo fino ad uccidere i germi, farlo pastorizzare per conservarlo a lungo e poterlo utilizzare anche dopo parecchi giorni. Il giorno successivo la donna raccontò ai pastori il sogno della notte e tutti insieme decisero di mettere in pratica i buoni consigli della saggia mucca Margherita. Ogni giorno il latte prodotto veniva distribuito alla gente e agli animali, ma la produzione del latte aumentava, quindi decisero di preparare lo yogurt, la panna, la ricotta, il latte pastorizzato… e tanti altri buoni prodotti. La notizia arrivò anche nei paesi vicini e tante persone accorsero con secchielli, piatti o scodelle per prendere e assaggiare questi cibi prelibati. Ben presto, in un borgo in montagna, in una famiglia povera, nacque un bambino. La sua mamma non aveva cibo per sfamarlo, sapendo che in un pascolo vicino si poteva trovare del latte, per mantenere la vita di suo figlio decise che quella sera sarebbe andata dal fattore a chiedergli una bottiglia di latte. L’uomo, che era molto sensibile, premuroso e buono, diede subito alla povera donna una secchiello di latte fresco della sua mucca preferita Margherita. Da quel giorno, grazie al latte di Margherita, il bambino crebbe sano e felice. Quando diventò grande, la mamma per sdebitarsi del gesto generoso fatto dal fattore, mandò il figlio a lavorare nella fattoria dell’uomo per mandare avanti la produzione. Passarono gli anni e il ragazzo diventato uomo, continuò ad essere un pastore molto abile e attento ai problemi degli altri. Tutti i bambini che andavano alla fattoria per giocare con gli animali e per gustare i prodotti si rivolgevano a lui perché sapeva accoglierli e accontentarli. Con il trascorrere degli anni l’uomo era diventato saggio e responsabile, un pomeriggio, durante una pausa dopo il lavoro, ebbe l’idea di fondare un grande edificio dove si potevano esporre e vendere i prodotti valtellinesi. Iniziarono i lavori e alla fine della costruzione quel posto venne chiamato: “LATTERIA DI DELEBIO”. Con il progresso i secchielli furono sostituiti da bottiglie di plastica e da cartocci per contenere e conservare il latte fresco o a lunga conservazione. Ancora oggi su questi contenitori si possono ammirare tutti gli esseri viventi che sono cresciuti sani, robusti e belli grazie al latte di Margherita, nata ed allevata in quel rinomato pascolo della Valtellina. Da allora il latte diventò una tradizione, il simbolo di Delebio e di tutta la Valtellina. La mucca Margherita, fiera del lavoro compiuto, accoglie tutti i passanti, sdraiata sul prato davanti alla latteria, con il sorriso sul muso e con una grande margherita in bocca. La generosità è stata premiata!
TAPPOMETRO